Labirintite: quando è il sintomo di vertigine parossistica posizionale?


Nel linguaggio comune, per labirintite si intende il senso di sbandamento e instabilità, con la sensazione di vedere il mondo circostante ruotare intorno a sé (vertigine oggettiva). Tuttavia, la labirintite è un sintomo, non una malattia di per sé, che può però essere causata da una malattia chiamata vertigine parossistica posizionale.

Ne parliamo con il dottor Rodolfo Mastrapasqua, specialista in Otorinolaringoiatria di Clinica Sedes Sapientiae.

Cos’è e cosa provoca la labirintite da vertigine parossistica posizionale?

Le due patologie più comuni che possono causare una labirintite sono la neurite vestibolare e la vertigine parossistica posizionale (VPPB) o cupololitiasi. La vertigine parossistica posizionale è una patologia generalmente benigna che non comporta altre sequele, ma se non curata può portare a deficit dell’equilibrio di lunga durata. Si tratta di una condizione provocata dal distacco dalla loro sede di piccoli “sassolini” nell’orecchio interno, chiamati otoliti. Gli otoliti sono piccole formazioni di granuli di ossalato di calcio sospesi in una sostanza chiamata gel otoconiale, che hanno il ruolo di peso per i sensori di movimento dell’orecchio muovendo le ciglia dei recettori che si trovano all’interno del vestibolo, nel labirinto, quando la testa subisce un’accelerazione.

Gli otoliti possono staccarsi dal gel che li tiene in sede per diversi motivi: movimenti bruschi della testa, traumi anche di bassa entità, picchi di ipertensione, osteoporosi sono gli unici fattori riconosciuti di cupololitiasi. Quando si staccano, gli otoliti possono andare ad incastrarsi all’interno dei canali dell’orecchio interno, provocando una corrente che stimola i recettori in modo anomalo e dando al cervello l’impressione di un violento movimento che in realtà non esiste.

Cosa accade durante un episodio di labirintite?

Dal momento che il labirinto permette al corpo di conoscere la propria posizione nello spazio, la comparsa della vertigine, anche violenta, può provocare sbandamento e aumentare il rischio di cadute. Questo può essere accentuato dall’assunzione involontaria di posizioni asimmetriche o “storte” rispetto al terreno, come ad esempio una spalla più alta e la testa leggermente ruotata, che può portare alla comparsa di dolore al collo e spalle (cervicalgia) o al peggioramento dei sintomi di cervicalgia in chi già ne soffre.

La vertigine può comparire in alcune posizioni della testa, a seconda del canale coinvolto, durare pochi secondi, e può accompagnarsi a sintomi che si definiscono “autonomici” o “vagali” dovuti alla risposta che il corpo attua in maniera automatica, come nausea, vomito, mal di testa, aumento dell’acidità dello stomaco e sensazione di svenimento.

Anche il movimento degli occhi viene coinvolto in quanto i riflessi che portano gli occhi a rimanere stabili o inseguire gli oggetti partono dall’organo dell’equilibrio: pertanto, in presenza di labirintite può essere difficile concentrarsi, vedere o leggere in modo nitido, e possono comparire movimenti anomali degli occhi (nistagmo).

Come si diagnostica e cura la vertigine parossistica posizionale?

La presenza di nistagmo, il modo e il tempo in cui si manifestano i movimenti anomali degli occhi, le posizioni o i movimenti che li scatenano e la direzione, sono i segni che permettono la diagnosi di vertigine parossistica posizionale. Tuttavia, pur esistendo alcuni esami strumentali che permettono di registrare e misurare questi movimenti, non sono disponibili test diagnostici che possano “vedere” gli otoliti e permettere una diagnosi certa. Infatti, alcune patologie possono simulare una vertigine parossistica posizionale, tra cui la vertigine emicranica o un conflitto neurovascolare. La diagnosi per esclusione di queste malattie, però, si effettua nel tempo e valutando l’eventuale comparsa di nuovi episodi.

Non esistono neppure medicine specifiche per la cura della vertigine parossistica posizionale, ma vi sono apposite manovre che possono essere effettuate dallo specialista per riposizionare gli otoliti. Dal momento che è molto difficile capire se la manovra effettuata è stata risolutiva, è comune rivedere il paziente per controlli e per ripetere, eventualmente, la manovra o variarla a seconda della situazione

Le terapie che si possono usare sono essenzialmente di supporto e gestione dei sintomi associati alla labirintite, come ad esempio antistaminici mirati per ridurre le vertigini, farmaci antinausea ed eventualmente integratori di vitamina B, D e citicolina. Nella vertigine parossistica posizionale di lunga durata, invece, possono essere necessari esercizi riabilitativi per recuperare la stabilità e la sicurezza di muoversi nello spazio.