Corioretinopatia Sierosa Centrale: cos’è e come si cura?


Immagini distorte, come se si guardasse il mondo da dietro una goccia d’acqua: è la corioretinopatia sierosa centrale, una malattia della retina che colpisce prevalentemente i maschi, le cui cause sono ancora poco note.

L’Ambulatorio di Oculistica della Clinica Sedes Sapientiae, diretto dal dottor Alberto Bellone, oculista, e dal dottor Stefano Arena, optometrista, offre soluzioni avanzate per la diagnosi e il trattamento delle patologie oculari, con un’attenzione particolare alle esigenze dei pazienti adulti. Grazie all’impiego di tecnologie di ultima generazione e a un team di specialisti altamente qualificati, l’ambulatorio rappresenta un punto di riferimento per il trattamento di cataratta, patologie retiniche, difetti visivi e patologie corneali.

Cos’è la corioretinopatia sierosa centrale?

La corioretinopatia sierosa centrale è una malattia degli occhi che colpisce, in genere, le persone giovani di sesso maschile di età compresa tra 30 e 60 anni, e può riguardare uno o entrambi gli occhi. Alla base della corioretinopatia sierosa centrale c’è un accumulo di liquido sieroso nella zona centrale della retina, la macula, che provoca un sollevamento dei vari strati di cui è composta la retina stessa. Il liquido sieroso proviene dalla congestione dei vasi sanguigni che forniscono alla retina ossigeno e sostanze nutritive, di cui è ricca la coroide, una sottile membrana sferica posta tra la sclera e la retina. Il liquido, passando attraverso lesioni dell’epitelio pigmentato retinico, lo strato più esterno della retina, si accumula nella zona centrale della retina e provoca distorsioni visive.

Sebbene la malattia non sia grave e, in genere, tenda a guarire spontaneamente in 2-4 mesi senza lasciare disturbi visivi, nel 45-50% dei casi può recidivare, cioè ripresentarsi più volte nella vita del paziente, o diventare una malattia cronica. I pazienti con recidive multiple e quelli affetti da ipertensione arteriosa sistemica, cioè alti livelli di pressione del sangue, hanno un rischio aumentato di danno grave e irreversibile della macula, e quindi della visione centrale, che serve a riconoscere i volti, leggere, guidare.

Quali sono i fattori scatenanti?

Sebbene non siano ancora chiare le cause scatenanti, sappiamo però che alcuni fattori quali il sesso maschile, lo stress e l’abitudine al fumo di sigaretta possono contribuire all’insorgenza della malattia. Nelle donne, invece, terapie cortisoniche o condizioni che aumentano il cortisolo nel sangue sono alla base della patologia e della comparsa di recidive.

A quali campanelli d’allarme prestare attenzione?

Distorsioni visive, annebbiamento della vista, sensazione di guardare il mondo “attraverso una goccia d’acqua” sono i primi campanelli d’allarme e, in genere, il motivo per cui il paziente si presenta dall’oculista. Alcuni segni e sintomi simili alla corioretinopatia sierosa centrale, però, possono indicare, nei pazienti anziani, la presenza di una maculopatia degenerativa neovascolare. Fondamentale è pertanto la diagnosi della malattia.

Quali esami servono per la diagnosi?

Per studiare la retina e la coroide, confermare le lesioni e ottenere la diagnosi di corioretinopatia sierosa centrale l’oculista effettua l’esame del fondo oculare e la fluorangiografia retinica. Sulla base della diagnosi e della valutazione delle lesioni, viene stabilita la terapia.

Come si cura la corioretinopatia sierosa centrale?

Nelle forme di corioretinopatia sierosa centrale neovascolare, la terapia prevede farmaci anti-VEGF, cioè inibitori della formazione di nuovi vasi sanguigni. Tuttavia, ad oggi, l’unico trattamento risolutivo della corioretinopatia sierosa centrale, e di numerose altre retinopatie e maculopatie, è la terapia con Laser Giallo Micropulsato che contribuisce a rallentare la progressione della malattia. Il Laser Giallo Micropulsato, rispetto ad altri trattamenti come il laser verde, ad esempio, evita il surriscaldamento della macula e il rischio di lesioni (cicatrici) alle cellule visive (fotorecettori). Grazie all’emissione di micropulsazioni di luce gialla intervallate da brevi periodi di riposo è possibile trattare anche la parte più delicata della retina, la fovea, riducendo il rischio di complicanze quali un’alterata percezione dei colori, riduzione della visione notturna, ridotta sensibilità al contrasto visivo, e ulteriore riduzione dell’acuità e del campo visivo.

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