Cos’è l’instabilità di spalla?
L’instabilità di spalla è una condizione caratterizzata dalla perdita della funzione di stabilizzazione delle strutture capsulo legamentose e muscolari. La spalla è infatti l’articolazione più mobile del corpo, la cui stabilità è garantita, in particolare, dai muscoli che ne determinano il movimento, nello specifico quelli i cui tendini compongono la cosiddetta cuffia dei rotatori.
Clinicamente si riconoscono tre tipi di instabilità di spalla:
- instabilità non traumatica
- instabilità traumatica senza lesione ossea a carico della glena scapolare
- instabilità traumatica con lesione ossea a carico della glena scapolare.
In molti casi, con il termine instabilità traumatica si descrive la lussazione scapolo-omerale, evento in cui si verifica la dislocazione dell’omero rispetto alla scapola.
Quali sono le cause dell’instabilità traumatica di spalla?
La lussazione scapolo-omerale della spalla può essere causata da un trauma, ossia un evento in cui si verifica la perdita dei normali rapporti tra le ossa che compongono l’articolazione.
In genere, nel caso della lussazione scapolo-omerale è frequente che l’omero si dislochi anteriormente e inferiormente rispetto alla scapola.
Come si diagnostica l’instabilità di spalla?
La diagnosi dell’instabilità di spalla inizia con la visita specialistica dell’ortopedico di spalla e prevede lo studio dei tessuti molli dell’articolazione (cercine, capsula e legamenti) mediante esame Artro-RMN che consiste nell’iniezione di un mezzo di contrasto all’interno dell’articolazione e nella successiva effettuazione della Risonanza Magnetica Nucleare.
L’esame TAC consente di quantificare il deficit osseo glenoideo e, quindi, stabilire il tipo di trattamento.
Quali sono i trattamenti dell’instabilità traumatica di spalla
Il trattamento dell’instabilità traumatica di spalla dipende dal tipo di danno. Nei casi in cui questo sia circoscritto alla lesione di tessuti molli (cercine glenoideo, capsula e legamenti) può essere indicato un intervento di riparazione con ancorette chiamato intervento di Bankart. Tale trattamento chirurgico si effettua più frequentemente in artroscopia, con anestesia loco-regionale periferica, eventualmente combinata a narcosi, e necessita, mediamente, di un ricovero di 24 ore.
La riparazione avviene tramite alcune piccole incisioni praticate lungo il perimetro della spalla. In una di queste viene introdotto l’artroscopio, strumento che consente la visione dell’interno dell’articolazione. Si procede quindi alla sutura del cercine della glena e al ritensionamento capsulo-legamentoso, mediante l’utilizzo di ancorette costituite da materiale riassorbibile o completamente in filo.
In caso di instabilità traumatica e lussazione con deficit osseo glenoideo, cioè quando il trauma determina la frattura del margine anteriore della glena – la sede scapolare dove si articola l’omero – è spesso necessario programmare un intervento chirurgico ricostruttivo più complesso, al fine di evitare nuovi episodi di lussazione. In genere, il trattamento prevede l’intervento di Latarjet, che può essere effettuato a cielo aperto o in artroscopia (Latarjet artroscopica).
Dopo l’intervento è necessario indossare il tutore per quattro settimane e iniziare precocemente la fisioterapia.