Lussazione scapolo-omerale

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Cos’è la lussazione scapolo-omerale?

La lussazione scapolo-omerale, chiamata anche instabilità traumatica, è evento in cui, a seguito di un trauma, si verifica la dislocazione dell’omero rispetto alla scapola.

Di frequente, la lussazione scapolo-omerale si verifica nei giovani a causa di traumi sportivi.

La lussazione provoca lo scivolamento della spalla in basso e in avanti rispetto alla scapola.

Come si cura la lussazione scapolo-omerale?

L’intervento più diffuso per la lussazione scapolo-omerale con deficit osseo consiste nel trasferimento del processo coracoideo (coracoide) sul margine anteriore della glena scapolare. Si tratta di una tecnica chiamata Latarjet, che può essere effettuata a cielo aperto (non in artroscopia) in cui la coracoide viene fissata alla glena mediante una o due viti metalliche, oppure in artroscopia (Latarjet artroscopica) con una procedura di trasferimento della coracoide. In genere, l’incisione cutanea lascia il posto a cinque portali artroscopici, e la fissazione viene affidata a un sistema comprendente due bottoni da sutura corticale al posto delle tradizionali viti metalliche. L’anestesia è di tipo loco-regionale, spesso associata a sedazione o narcosi.

I vantaggi della Latarjet artroscopica sono:

  • precisione: si tratta di intervento guidato da strumenti dedicati
  • riduzione delle complicanze legate all’utilizzo delle tradizionali viti metalliche
  • possibilità di associare la riparazione di strutture capsulo-legamentose all’interno dell’articolazione, con ulteriore incremento dell’efficacia della stabilizzazione.

Cosa fare dopo l’intervento per la lussazione scapolo-omerale?

Dopo l’intervento, il braccio viene immobilizzato con un tutore per circa 4 settimane. Il tutore viene rimosso di notte e, dopo due settimane, anche durante gli esercizi pendolari. In genere, al termine della quarta settimana il tutore viene abbandonato e viene intrapreso il protocollo riabilitativo con fisioterapista. Tuttavia, alla dimissione, è importante seguire le indicazioni del medico perché ogni paziente può avere tempi di recupero diversi. Nei primi tre mesi dopo l’intervento sono vietate le attività che prevedano di sollevare pesi, mentre la ripresa dell’attività sportiva avviene tra i 3 e i 6 mesi dall’intervento.