Disfagia: come riconoscerla e quando rivolgersi allo specialista


Deglutiamo migliaia di volte al giorno, non solo per mangiare e bere, ma anche saliva. Nella deglutizione sono coinvolti diversi muscoli che, con l’invecchiamento, possono perdere tono e coordinazione. Si parla quindi di disfagia, una condizione che, riconosciuta e diagnosticata precocemente da uno specialista, può essere curata.

Approfondiamo l’argomento con il professor Diego Cossu, responsabile dell’Ambulatorio Voce e Deglutizione di Clinica Sedes Sapientiae.

Quali sono i sintomi della disfagia?

La disfagia è una condizione clinica caratterizzata dalla difficoltà di deglutizione, e può colpire persone di tutte le età, in particolare gli anziani. Secondo alcune stime, la disfagia colpisce circa il 10-15% della popolazione generale in Italia, aumentando notevolmente tra le persone anziane, con una prevalenza che raggiunge il 60% tra gli anziani ospedalizzati.

L’invecchiamento, infatti, è la principale causa della presbifagia, una condizione associata al deterioramento della capacità deglutitoria, che può avere gravi ripercussioni sulla salute generale. La disfagia si può presentare con sintomi quali tosse frequente durante i pasti, difficoltà a controllare il cibo masticato (bolo) e deglutirlo, perdita di cibo o saliva dalla bocca, sensazione di soffocamento mentre si cerca di deglutire.

Quando rivolgersi allo specialista in Deglutologia?

La presenza di disturbi della deglutizione può avere un impatto significativo sulle condizioni di salute e sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono, ad ogni età, limitando la capacità di alimentarsi per bocca. Le conseguenze della disfagia si possono riscontrare sia a livello della salute dell’organismo (malnutrizione, perdita di peso, disidratazione e infezioni respiratorie come polmoniti alimentari o polmoniti ab ingestis) sia a livello psicologico, con disagio emotivo e allontanamento dalle occasioni sociali/familiari che prevedono pasti, ad esempio.

Pertanto, è importante che in caso di sintomi di disfagia, le persone ricevano una diagnosi precoce dello specialista in Deglutologia e un trattamento adeguato per gestire la condizione e riportare il paziente, nel più breve tempo possibile e in sicurezza, a recuperare un’alimentazione naturale per bocca. Questo obiettivo è possibile anche per recuperare la deglutizione naturale dopo il posizionamento di un sondino nasogastrico (SNG) o di una Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG).

Come si cura la disfagia?

Per la complessità del meccanismo della deglutizione, l’approccio per la diagnosi e cura della disfagia è multidisciplinare con diversi specialisti (radiologi, gastroenterologi, otorinolaringoiatri, neurologi, pneumologi, fisiatri, dietologi, dietisti, infermieri e, soprattutto, logopedisti) che prendono in carico il paziente.

Fondamentale per stabilire il percorso di cura è comprendere le cause del disturbo, in genere, multifattoriali tra cui problemi muscolari o neurologici, malattie come il morbo di Parkinson o l’ictus, ma può essere anche una complicanza comune in pazienti con patologie come la sclerosi multipla, la SLA, o a seguito di interventi chirurgici del distretto testa-collo.

La diagnosi della disfagia prevede la visita specialistica e la valutazione endoscopica (FEESST) o con tecniche radiologiche (VFG) della deglutizione. Il trattamento di cura della disfagia può includere l’adozione di una dieta modificata, la riabilitazione logopedica e la terapia fisica. In particolare i logopedisti hanno un ruolo fondamentale nella programmazione della riabilitazione e recupero del meccanismo della deglutizione.

In alcuni casi, possono essere necessarie soluzioni mediche o chirurgiche per trattare la causa della disfagia.