Eccesso di alcol: cosa fare in questi casi?


Vomitare dopo una sbornia è il modo più naturale che il corpo ha di rimuovere le sostanze dannose ingerite. Ma come succede? Ed è davvero un buon modo per smaltire la sbornia?

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Leggi l’intervista completa su GQ al professor Vittorio Gallo, specialista in Medicina Interna, Malattie del Fegato e del Metabolismo e di Gastroenterologia alla Clinica Sedes Sapientiae.

La nausea provocata dagli alcolici, più o meno accompagnata da bruciore di stomaco, è principalmente legata alla sua tossicità, che spinge l’organismo a espellerlo fino ad arrivare, in alcuni casi, al vomito.

Questo meccanismo è influenzato anche da alcuni fattori come la gradazione delle bevande, la quantità assunta e la predisposizione personale. In generale però quando l’alcol raggiunge lo stomaco, ne riduce il muco protettivo causando irritazione e infiammazione delle pareti.

Pro e contro

Se la persona non prova nausea, non bisogna assolutamente spingerla a vomitare, perché in questo modo si rischiano ulteriori danni, come l’irritazione dell’esofago, nonché possibili lesioni. Inoltre, il vomito indotto può provocare un eccessivo rilascio di acido cloridrico, aggravando l’infiammazione dello stomaco. L’ideale, potendo, sarebbe un’iniezione di Plasil, se questo non è possibile conviene conviene semplicemente monitorare la situazione.

Se invece il vomito viene spontaneo, va bene, ma attenzione ai rischi.

Durante l’ubriachezza, quando si perde lucidità, quindi si può anche incorrere in fenomeni di soffocamento, aspirare il vomito contenente acido cloridrico, che entrando prima nella trachea e poi nei polmoni, può scatenare perfino la severa polmonite ab ingestis, che causa febbre elevata e difficoltà respiratorie. O ancora, eventuali spasmi potenti possono causare la rottura della giunzione tra stomaco ed esofago, che provoca sanguinamenti e richiede l’intervento chirurgico.

Quando preoccuparsi?

Si tratta di casi rari, ma è evidente che la situazione merita qualche accortezza. Infatti, se la persona perde il senso della posizione e del tempo, non riesce più a orientarsi, è disorientato, ha dolore di stomaco, nausea, tosse e difficoltà respiratorie, se il vomito non è sufficiente a farlo riprendere è opportuno portarlo al Pronto soccorso. Va portato immediatamente se inizia a vomitare sangue, in particolare rosso vivo, che è sicuramente un segno importante.

Cosa fare dopo?

Di norma, tuttavia, dopo qualche ora la nausea cessa o diminuisce notevolmente. «Può essere utile assumere farmaci protettivi per lo stomaco, come il Riopan, il Maalox o il Gaviscon, per ridurre la produzione e il danno causato dall’acido cloridrico». Dopodiché, meglio dormire. Se si tratta di persone giovani e sane, il giorno seguente non sono necessarie particolari precauzioni, perché «di solito il fegato fa il suo lavoro, metabolizza l’alcool e la situazione si risolve in tranquillità». Diverso, ovviamente, è il caso di chi ha problemi di salute. «In caso di patologia gastrica cronica, per esempio, come una malattia da reflusso, è invece opportuno iniziare una protezione gastrica, se non è già in corso: si ottiene con i farmaci inibitori della produzione di acido cloridrico, come omeprazolo, pantoprazolo ed esomeprazolo, che proteggono lo stomaco dall’insulto causato dall’acido cloridrico, aggravato dal consumo di alcol nei giorni precedenti».