Perché è importante parlare di cibo in medicina?


Un corpo sano e un microbiota sano dipendono da ciò che cuciniamo e che mangiamo: è importante ricordare che il cibo non è una cura, ma aiuta il processo di guarigione e abbassa in generale i fattori di rischio di sviluppare patologie.

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Ne abbiamo parlato con il dottor Matteo Goss, gastroenterologo del Gastro Center della Clinica Sedes Sapientiae di Torino.

Come godere di una buona salute?

Malattie come l’obesità, l’ipertensione, la steatosi epatica (conosciuta come ‘fegato grasso’), il diabete, le malattie ischemiche, la depressione e le malattie neurodegenerative, risentono di una cattiva alimentazione. Con l’avanzare dell’età possono aumentare i valori di colesterolo, trigliceridi e glicemia, ma seguendo un regime alimentare e uno stile di vita corretti è possibile prevenire, ritardando patologie come ipertensione, dislipidemia e diabete. Mangiare in modo vario, bere abbastanza acqua, fare esercizio fisico e non eccedere con il cibo sono le basi per una buona salute. Inoltre variare ciò che mangiamo è fondamentale per mantenere il microbiota in equilibrio.

Cosa si intende per microbiota?

Conosciuto più comunemente come “flora intestinale”, il microbiota comprende tutti quei microrganismi che si trovano all’interno del nostro apparato digerente, come batteri, virus, funghi e parassiti. La sua funzione è quella di stimolare il sistema immunitario, scomporre i composti alimentari potenzialmente tossici e sintetizzare alcune vitamine e aminoacidi, comprese le vitamine del gruppo B e la vitamina K.

Nei paesi occidentali, l’alimentazione è spesso ricca di grassi e proteine con un ridotto apporto di fibre e accompagnata da scarso esercizio fisico mette a rischio la nostra salute. Anche l’uso eccessivo di antibiotici ha un effetto negativo sull’intestino, così come l’uso improprio di farmaci come l’omeprazolo, che può alterare il microbiota e causare problemi gastrointestinali (può infatti abbassare la disponibilità di lattobacilli, che aiutano a tenere sotto controllo i patogeni e facilitano la digestione).

Cos’è la disbiosi intestinale?

Molte patologie sono associate alla disbiosi intestinale, ovvero quella condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” all’interno dell’intestino, che ne provocano l’irritazione.

Per trattarla è importante tenere in considerazione la salute del microbiota. L’equilibrio microbiota-ospite, favorisce la secrezione di acidi gastrici, muco, sali biliari, un corretto PH mucosale, l’integrità della barriera mucosale, la motilità intestinale, l’immunità locale e sistemica e l’interazione tra diverse specie batteriche. Per mantenere una buona flora batterica, in caso di allergie ad esempio, oltre al classico antistaminico, si possono somministrare probiotici e lo stesso approccio si dovrebbe applicare nelle cistiti, in modo da ristabilire il corretto equilibrio.

Esiste una correlazione tra l’ansia e i disturbi gastrici?

Esiste una connessione bidirezionale tra cervello e intestino e i batteri intestinali influenzano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Malattie infiammatorie intestinali spesso si associano a problemi di ansia e depressione, quindi c’è un’interazione complessa tra cibo, microbiota e salute mentale.

Situazioni stressanti prolungate inducono alterazioni comportamentali e neuroinfiammazione: per questo è possibile affermare che l’ansia e lo stress causano disturbi gastrointestinali.

Per quanto riguarda le malattie neurodegenerative, è importante tenere conto che nonostante il cibo non possa prevenirle, certi probiotici ne possono rallentarne l’evoluzione.

Come influisce l’alimentazione sulla salute?

I cibi ultra processati possono portare a sviluppare intolleranze alimentari, gonfiore addominale e allergie. Sarebbe meglio evitare di consumare cibi con ingredienti di provenienza sconosciuta e ricchi di conservanti, i prodotti di origine animale perché aumentano il rischio di ictus, cardiopatia ischemica e diabete. Infine, sarebbe utile ridurre il consumo di sale. Alcuni alimenti hanno, invece, una funzione probiotica per l’intestino e tra questi troviamo yogurt, kefir, kimchi, crauti, formaggi fermentati, tempeh, miso e kombucha.

La nostra alimentazione quotidiana ha un impatto sulla produzione di citochine pro-infiammatorie e anti-infiammatorie, le quali indicano alle nostre cellule come agire: mangiando sano, possiamo migliorare la nostra salute, mantenendo il giusto equilibrio tra i due tipi di citochine, contrastando efficacemente l’infiammazione cronica.

Inoltre è dimostrato che l’eccesso di carne rossa in età evolutiva stimola il tumore del colon e il carcinoma del fegato. Un studio statunitense del 2023 ha evidenziato come una dieta vegana può avere effetti benefici riducendo il rischio cardiovascolare.

Invece, ci sono alcuni cibi che posso aiutare a prevenire determinate patologie: la soia per il tumore alla prostata, il caffè per il tumore al fegato e al colon, un maggiore apporto di fibre nella stipsi e nelle malattie cardiovascolari.

Inoltre, per pazienti con intestino irritabile la dieta FODMAP può essere utile, perché riduce i sintomi come gonfiore e regolarizza l’evacuazione.

La dieta FODMAP è un regime alimentare che limita l’assunzione di alcuni carboidrati a catena corta difficili da digerire. Questi includono fermentabili, oligosaccaridi (fruttani e galatto-oligosaccaridi, presenti in cibi come grano, cipolla, aglio, ecc.), disaccaridi (lattosio), monosaccaridi (fruttosio, contenuto in alcuni frutti e dolcificanti), polioli (sorbitolo, mannitolo, presente in alcuni frutti e dolcificanti).