Gli antiacidi sono tra i farmaci da banco più venduti per dare sollievo al bruciore di stomaco e ai sintomi da reflusso, una malattia sociale molto diffusa ad ogni età. In molti casi, gli antiacidi aiutano solo ad alleviare i sintomi; attenzione però a quali scegliere e come usarli.
Approfondiamo l’argomento con il professor Michele Camandona, Chirurgo generale della Clinica Sedes Sapientiae.
Antiacidi: prima o dopo il pasto, quando assumerli?
Mal di stomaco e bruciore, chiamato anche pirosi gastrica, possono avere diverse cause. Quando il bruciore di stomaco è causato da un’eccessiva produzione di acido a livello dello stomaco (iperacidità gastrica), i farmaci antiacidi possono dare un sollievo immediato perché neutralizzano l’acidità.
Tuttavia, la loro efficacia è momentanea perché gli antiacidi non agiscono sui meccanismi di regolazione della produzione di acido cloridrico a livello gastrico, cioè non intervengono e non risolvono le cause del bruciore. Pertanto, gli antiacidi non curano il bruciore ma “tamponano” l’acidità occasionale, specie dopo i pasti abbondanti o se si mangiano cibi molto grassi. È bene ricordare che la maggiore efficacia degli antiacidi si ottiene assumendoli almeno 1 ora dopo i pasti ed evitando il consumo di alcolici che, invece, peggiora il bruciore. In ogni caso, si possono assumere gli antiacidi in caso di bisogno, anche durante i pasti o prima di andare a dormire.
Quale e quanto antiacido assumere?
Esistono diversi tipi di antiacidi, ciascuno con efficacia ed effetti diversi. Il bicarbonato di sodio e carbonato di calcio hanno un’azione rapida ma di breve durata, come nel caso del bicarbonato; questo può richiedere l’assunzione frequente di bicarbonato che, però, contribuisce ad aumentare la ritenzione di liquidi. Questi antiacidi possono provocare gas che dilata le pareti dello stomaco e possono provocare gonfiore addominale, flatulenza ed eruttazioni gassose. Antiacidi con una più lunga efficacia sono l’idrossido di alluminio e l’idrossido di magnesio ma possono causare rispettivamente diarrea e stitichezza. In caso si assumano questi antiacidi, è bene sapere che devono essere usati in combinazione, in modo da bilanciare gli effetti indesiderati dell’uno e dell’altro.
In caso di reflusso gastroesofageo, in molti casi si utilizza un mix di antiacidi e alginati (sali dell’acido alginico) che a contatto con gli acidi dello stomaco formano un gel che blocca il reflusso di materiale acido verso l’esofago.
Cosa cura il bruciore di stomaco?
I farmaci antiacidi non curano il bruciore di stomaco, ma danno un rapido sollievo a breve nei disturbi occasionali. Nei casi in cui i disturbi sono frequenti, è presente anche gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo o ulcera gastrica, gli antiacidi non sono indicati.
In questi casi, è necessaria una valutazione con esami diagnostici mirati per valutare il tipo di disturbo alla base dei sintomi, e quindi stabilire la terapia. In genere, i farmaci più utilizzati sono gli inibitori di pompa protonica (ad esempio omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo) mentre attualmente sono meno usati i cosiddetti H2 antagonisti o antagonisti del recettore H2 dell’istamina (ranitidina e famotidina), che agiscono sui meccanismi di secrezione di acido cloridrico, bloccando la produzione di acido gastrico o riducendola.
L’uso prolungato, per mesi o anni, degli inibitori di pompa può provocare, specie nella popolazione anziana, effetti collaterali quali diarrea e peggioramento di osteoporosi.