Che cos’è la visita pediatrica?
La visita pediatrica rappresenta il punto di incontro tra la necessità che il bambino sia in salute, le aspettative del genitore e l’esperienza del medico o specialista pediatra.
Gli obiettivi sono gli stessi di una visita effettuata su una persona adulta, ma con delle caratteristiche particolari.
La maggiore peculiarità è il coinvolgimento, in particolare per i più piccoli, dei genitori infatti medico potrà richiedere il loro intervento per capire meglio la problematica riscontrata dal bambino, calmarlo e trasmettergli informazioni o richieste, che verranno tradotte con un linguaggio verbale o non verbale.
Perché effettuare una visita pediatrica?
La visita pediatrica è importante per diagnosticare, curare, ma anche informare ed educare i più piccoli e i loro genitori.
Quando si verifica una situazione acuta, tramite la visita viene diagnosticata la patologia in corso e stabilita una possibile cura, a partire dai sintomi specifici manifestati.
Qualora sia necessario, si può ricorrere a esami più specifici di laboratorio, radiologici o chiedere un consulto con altri specialisti.
Il pediatra ha anche il ruolo di coordinare i diversi interventi per riconoscere e curare le patologie croniche e complesse, in particolare le più comuni, verso un miglioramento significativo della qualità della vita del bambino e della famiglia.
Per diagnosticare in tempo queste e altre patologie, sono fondamentali i controlli regolari periodici per bambini, anche qualora siano sani: i cosiddetti “bilanci di salute”.
In questo modo si individuano i sintomi precoci di malattie e vengono fornite indicazioni per un corretto stile di vita, che potrà essere mantenuto anche in età adulta.
Inoltre, la divulgazione di tematiche riguardanti la crescita è un aspetto di cui si può occupare il pediatra.
Come funziona la visita pediatrica?
Il punto di partenza della visita, anche per i bambini, è sempre la raccolta delle informazioni sul loro stato di salute e stile di vita, di solito in collaborazione con il genitore, insieme all’osservazione del comportamento del bambino.
L’esame obiettivo dipende molto dall’età. Il genitore è sempre presente al controllo, quando il bambino è in età puberale, mentre successivamente può essere meglio che i ragazzi o le ragazze siano visitati e ascoltati da soli.
La visita deve essere il più possibile completa, non limitata alla parte dove sembrerebbe ci siano dei sintomi.
Per quanto riguarda i lattanti, la visita inizia osservando l’interazione con l’ambiente e con i genitori e prosegue con l’esame clinico con il bambino, che rimane sempre in braccio o sulle ginocchia di un genitore.
Solo una volta conquistata la sua fiducia, superata la diffidenza iniziale e la paura, verrà appoggiato sul fasciatoio per procedere con la visita.
Durante tutto il procedimento, è necessario mantenere la fiducia del piccolo paziente, per questo di solito le procedure più invasive che possono provocare fastidio e pianto, come l’esame della faringe e l’otoscopia per l’otalgia vengono lasciati per ultimi.
È necessaria una preparazione specifica?
Non è necessaria una preparazione fisica, come presentarsi a digiuno o modifiche nella dieta, ma i genitori e per quanto possibile i bambini devono prepararsi psicologicamente ad affrontarla.
Al bambino, con modalità consone all’età, dovrà essere spiegato che verrà portato dal pediatra per una visita e che cosa indicativamente questa presuppone. Anche l’atteggiamento dei genitori è fondamentale, perché incide notevolmente su quello del bambino.
Durante l’esame il personale sanitario cercherà di creare il più possibile empatia con il paziente e con la famiglia. È consigliabile passare qualche minuto a conoscere e instaurare un rapporto con il piccolo per conquistare la sua fiducia, piuttosto che iniziare subito la visita senza averne ottenuto, prima il consenso.
Per lo stesso motivo, sarebbe meglio non iniziare subito con prelievi di sangue o iniezioni, per non creare un’associazione negativa nel bambino, soprattutto quando si tratta di un paziente molto apprensivo. In questi casi volgere queste procedure dopo che il piccolo abbia già avuto la possibilità di conoscere e familiarizzare con l’ambiente dove si svolgerà l’esame, può essere di aiuto.